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L'Age d'Or

by Preti Pedofili

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1.
Iride 03:20
Antonio non resiste vuole escludersi da sè ma ancora non capisce che il suo corpo è immorale. Non è normale. Antonio, disumana follia, carne, ciglia, prostituzione, gioia e poesia, in quelle strade in cui il sesso lo paghi bene e lo fai male. C'è un'erudizione della conoscenza che è esattamente ciò che chiamiamo erudizione, e c'è un'erudizione dell'intelletto che è ciò che si chiama cultura. Ma c'è anche un'erudizione della sensibilità. L'erudizione della sensibilità non ha niente a che vedere con l'esperienza della vita. L'esperienza della vita non insegna niente, così come niente insegna la Storia. La vera esperienza consiste nel diminuire il contatto con la realtà e nell'aumentare l'analisi di quel contatto. In tal modo la sensibilità si allarga e si approfondisce, perchè in noi c'è tutto, basta cercarlo e saperlo cercare. Cosa significa viaggiare e a cosa serve viaggiare? Qualsiasi tramonto è il tramonto; non è necessario andare a vederlo a Costantinopoli. E il senso di libertà che nasce dai viaggi? Posso averlo andando da Lisbona a Benfica e forse con un'intensità maggiore di chi va da Lisbona in Cina, perchè se la libertà non è in me non la troverò da nessuna parte. (Fernando Pessoa - Il libro dell'Inquietudine - 76/389)
2.
Mavis 03:43
Nella polvere grigia, nella rabbia nera, nella strada piena, nella follia fusa, nella folla stretta nel corpo bianco, nella televisione accesa nella casa vuota, nella fottuta domenica pomeriggio che mi assicura sempre al mio dolore, spengo l’ultima residua voglia di rivedermi cianotico, grasso, deforme, nelle vetrate di uno specchio che non sia il mio. Mi bastano appena una porta di legno e un tavolo bianco su cui infrango pugni e tentazioni di essere io quel mostro, di chiudere io quel cerchio troppo storto, troppo grande perché possa amarlo appieno, e dimenticarlo del tutto. Ogni preghiera è una bestemmia come c’è il male in un sorriso come il cancro che divora un volto infante come la bottiglia a cui mi arrendo per non dover più respirare. Lascia aperta la porta, tu che esci lascia entrare quel suono, subdolo accattivante in pose plastiche da mercante, viscido ripugnante infimo e sporco delirante, lo senti quel suono lo sento quel suono è l’uomo che annienta l’uomo.
3.
Come il pianto, lento, striscia su un volto stanco, spento, lascia sul pavimento il vecchio che vive dentro, stringe nel movimento piegato nello sgomento il subdolo piacere di piacersi. Le braccia raccolgono i suoi sensi nude non contengono poi quel corpo che molle s'abbandona poi nel colpo letale dell'età. E danzeremo come zingari al mattino sguazzando ebbri in pozzanghere insanguate, dicendo che si mangia solo per la fame che è giusto anche rubare quando non si ha il pane. Lo cantava pure il mito di De Andrè, anche lui rubava i testi da Brassen. Anche lui rubava e sì che lo sapeva, anche lui rubava, il pane ce l'aveva. Cammino ogni giorno sul lungomare del disastro, l’acqua invita a destra, la gente ripudia a sinistra, in mezzo il solco di solitudine che ho tracciato. L’estate lo rinfaccia sempre nelle fughe spastiche di ognuno. Quando l’auto mi passa accanto mostra il bambino e il suo insulto: “Scemo!”, quando il cristo fallito al molo divide Peroni e pesci ai suoi discepoli, quando non mi perdo, neppure nel volo del gabbiano. Cammino ogni giorno. Sempre in mezzo. Al caldo.
4.
Cancro 06:15
Logoro d'odio, infausto dentro ottengo presagi d'alienazione e tormento le mie voglie in privazioni furiose, cibandomi di animali. Sono un animale. Vivo nelle ispide foglie e scruto troppe inutili prede il cui male è solo quello di lasciarsi troppo facilmente addentare. Il morso è molle, lo sguardo nevrotico, la mia bocca incancrenita dal sangue alieno subirà rapide metamorfosi fino ad occludersi. E al fine strazierò i miei nervi di bestia ferita, ruggente, fiera, tradita dagli istinti veemente nei lamenti contorcendo l'ira ferina in spastici drappeggi. Spira, ora, mia anima liberta il tuo pianto non poserà alcun fiore sul monumento all'odio sociale su cui in livide effigi griderà lo scritto: 'Ivi giace il Male'.
5.
Dies Irae 05:13
Dies irae Dies illa Solvet saeclum en favilla Teste davidcum sybilla Quantus tremor est futurus Quando judex est venturus Cunta stricte discus surus
6.
(Testo di Alfonso Errico) Forse forse or sei senza lei. perchè l'hai voluto certo sconcerto per quel che t'hanno fatto lambito come una ciotola sempre solo così sei poi puoi vuoi voi ma non ci riesci ad essere due non ci riescon ad essere tue ti lusinga l'amore ti fomenta il sesso ti eccita la sfida ma temi di nuovo l'abbandono e fuggi via per non riprovare quel trauma ancora vivo e così solo di nuovo disperato per questa tua impotenza sociale torni a cercare miserie altrove le troverai facilmente le perderai in egual misura.
7.
Vio-lento 04:32
Sordi, immuni, raccapriccianti, lenti, muti, sorridenti avanti, ridere, piangere, non importa, giusto, guasto, sbagliato, chi lo sa, gusti, rispetto, opinioni, condividere, esagerare, ormoni, impazziti, uomini, brillanti, tette, culi, strafottenza, timidezza, profondità, anima, religione, potere, calcio, vanità. Se ancora mi parli di libertà io mi rifugio ancora nella violenza. Giochi, sguardi, coppie, fottere, tremare, emozioni, tacere, rivestirsi, telefonare, messaggi, gratis, pagare, sesso, con te, con me stesso, fandonie, romanticherie, orgasmi, rimpianti, nostalgie, attese, vigilie, domani, il lavoro, realizzarsi, prima io, non seguirmi, la tua strada, la mia, non ci siamo, distrazione, l'amore, prima di tutto, se conviene. Prenderò a calci il tuo bel culo tondo ti farò vedere io come gira il mondo.
8.
Begotten 05:01
Il fango sulle mie braccia gongola orgoglio sul mio corpo, compiace il rigurgito in me ma resta fuori. Quanto è falsa la spirale decadente, la coda dell'occhio ambisce l'anfratto dell'altro neanche il margine è abbastanza lontano. L'ego depravato mi consola, le mani ben salde nel flaccido terriccio ritrovano paura nell'affondo inesempio antiestetico inopportuno morto il ricordo di vana lieta presumo il crollo stolto nel vuoto torto. Al culmine della discesa assaporo l'appetito del penetrante possesso, lei non conta, è solo l'ultima residua voglia di salvarmi. Lo stupro non è tutto. Guarda pure quello che ci resta attorno.
9.
Primo Sangue 04:11
Chiudere in macchina il tuo corpo freddo, mentre la sigaretta ha già il sapore d'inferno. Il male per ricordare, la salute per obliare, il tuo sangue scivola fuori, il mio seme ti sputo dentro. I giorni che dividono dalla fine sono granelli assopiti nel vigore del vento Aguirre era un ribelle tremendamente ambizioso. Guidò l'ammutinamento ai danni di Ursuà e si fece nominare nuovo comandante della spedizione. Cercavano l'El Dorado. «Convertire questi selvaggi è davvero un compito arduo», diceva il frate dell'equipaggio di fronte ai due indios che si erano avvicinati alla loro zattera. Gli porse la Bibbia, presentandola come la parola di Dio. I due indios avvicinarono il loro orecchio al libro. Non riuscirono ad ascoltare niente. Furono decapitati seduta stante. Gli avventurieri continuavano il viaggio lungo il Rio delle Amazzoni, ma i viveri diminuivano e l'ostilità degli altri indios presto si sarebbe organizzata in agguati veri e propri. Aguirre non aveva intenzione di tornare indietro, nonostante il malumore e le insistenze dei suoi sottomessi. Le frecce degli indios, sempre invisibili, non lasciarono scampo. Aguirre, rimasto solo con la figlia Flores, impazzì del tutto. «Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema», diceva. « Quando regnerò su questa terra sposerò mia figlia. Avremo una razza pura». Flores fu l'ultima a morire, colpita da una lancia che le trapassò il ventre. Aguirre era solo.
10.
Hate 02:28
Non l'ho vista più la tua certezza. Scopri vuoti di esistenza L'odio accorre in emergenza Non ti vedi in questo stato Sai tuo figlio è laureato Solitudine ti assale Sputa il rospo e segui il male L'innocenza disinforma Puoi aderire a questa norma.

about

"L'Age d'0r", il primo full lenght dei Preti Pedofili, per Toten Schwan, Sinusite Records, Spettro Records, Mai una gioia. Dieci tracce che si ispirano liberamente al concept del film di Bunuel e Dalì, scovando storie di degrado urbano e di magra solitudine nella società del Male, l'Occidente. Un'ispezione storica e sociale dentro i meandri più cupi dell'animo umano, con il tentativo non di giustificare, nè di comprendere, bensì di identificarsi con l'humus che costringe da sempre a organizzarsi in odiose gerarchie volte al sopruso e alla sopraffazione del più debole. La leggenda di un'età dell'oro, agli albori della civiltà, diventa quindi l'eterna chimera e l'eterna dannazione dell'uomo, il quale proietta in un passato remoto ciò che non ha il coraggio nè la volontà di realizzare oggi. L'ennesimo mitologico solco tracciato nella Storia, per simboleggiare una presunta superiorità. E per giustificare nuove ingiustizie e nuove atrocità.

credits

released September 30, 2013

Registrato e Mixato ai Preti Pedofili Studios nell'estate 2013.

Prodotto da Davide Rossi e Preti Pedofili il 30 settembre 2013.

Artwork a cura di Trivo.

Fotografie di Giuliana Massaro.

Il brano "C'est femme l'autre nom de dieu" è originariamente registrato da Nastenka aspetta un altro.

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Il progetto "Preti Pedofili" nasce a settembre del 2011. Il tentativo è quello di mettere insieme sonorità di impianto tipicamente post rock/noise con l'abilità narrativa di testi in italiano. Con l'intento di realizzare un espressionismo sonoro che ricalchi i tracciati drammatici di una lirica esistenzialista. ... more

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